Scese il Sole sputando maldestramente i sorsi d’acqua ingeriti, al momento del tramonto, una sventata sera in Mare. Scese l’abisso e fu luce per gli esseri più rari, quelli che neanche la Mitologia ebbe il coraggio di citare. Abbagliati terribili precipitarono in superficie e scoprirono la paura della Luna: quel riflesso a Spada che congiunge i Mari, sibilo di Orrore. Mostri grossi quanto navi da crociera temevano i bagnanti, la Notte. Ma voi, i più bugiardi, sentiste il suo rumore sulle spiagge granulose: affollati cimiteri di giovani amori, più ombrelloni, più pioggia, più lapidi per i codardi di nullo spirito.
Scelse il Sole sputando maldestramente i sorsi d’acqua ingeriti, al momento del tramonto, un’ avventata sera in Mare. Scelse l’abisso e di esser luce per gli esseri più rari, quelli che neanche la Mitologia ebbe il coraggio di citare. Abbagliati terribili precipitarono in superficie e scoprirono il conforto della Luna: quella spada a riflesso che fende il mare, urlo di bellezza. Mostri grossi quanto navi da crociera temevano i bagnanti, la Notte. Ma noi , i più sinceri, sentimmo la sua musica sulle spiagge granulose: intimi sepolcri di giovani amori, meno ombrelloni, meno pioggia, meno insegne per gli audaci di grande spirito.
Poi l’Alba.